Un paese immerso in un paesaggio incontaminato tra montagna, foreste, tradizioni e antichi mestieri, con una ricca storia da raccontare.
Lodè è un piccolo centro sorto intorno all'anno Mille, immerso in un paesaggio unico che si stende per 120 chilometri quadrati.
Il territorio è caratterizzato dalla catena montuosa del Montalbo, chiamato così per il candore delle sue rocce calcaree, le cui vette più alte, Punta Catirina e Punta Turuddò, raggiungono i 1127 metri di altitudine.
Il paese sorge ai piedi di un costone roccioso chiamato su Inucragliu e il centro storico si sviluppa intorno alle antiche chiese secondo un impianto medievale di strade spezzate, vicoli stretti, portici e scale, in cui è ancora possibile vedere le tipologie abitative tipiche, costruite con pietra e fango e caratterizzate da porte e finestre in legno.
Qui si possono trovare botteghe artigiane in cui si lavorano il ferro e il legno, si tesse, si ricama e si preparano pani e dolci tipici.
Una campagna di indagini archeologiche ha censito, nell'ultimo decennio, domus de janas, menhir, tombe dei giganti e insediamenti nuragici.
La comunità dei lodeini, molto coesa e fiera delle proprie tradizioni, è allo stesso tempo aperta ed accogliente.
ARCHEOLOGIA
Nel periodo compreso fra il 7 ed il 29 Settembre 2005 si è svolta una campagna di ricognizioni e rilevamenti nel territorio comunale di Lodé (NU), sotto la direzione scientifica di Alberto Moravetti dell'Università di Sassari, che ha prodotto un censimento dei beni archeologici presenti nel territorio di Lodè. Questo studio, grazie al patrocinio del Comune di Lodè, è stato pubblicato nel libro "LODÈ - TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE" (2009), a cura di P. Melis da cui è stata tratta la mostra archeologica costituita da pannelli fotografici e alcuni reperti. Le più antiche testimonianze archeologiche nel territorio di Lodè risalgono almeno al Neolitico Recente (IV millennio a.C.): sono presenti infatti 5 domus de janas, (ipogei funerari scavati nella roccia) chiamate a Lodè calas de sos naneddos, alcune delle quali ancora ben visibili a pochi km dall'abitato, un menhir, una tomba dolmenica e un'allèe couverte. Di epoca nuragica sono invece un protonuraghe, diverse tombe dei giganti e tre nuraghi (il più importante è quello polilobato di Thorra, ancora ben conservato e uno ormai completamente distrutto) e diversi insediamenti (Sa Ichedda, Sas Seddas, Su Casteddu, Su Mattone, Thilameddu e Sos Lothos, questi ultimi due hanno probabilmente conosciuto una frequentazione prolungata dalla preistoria sino almeno all' alto medioevo). Presso il CEAS di Sant'Anna è possibile visitare una mostra archeologica-fotografica permanente e osservare da vicino le cosidette "macine di Thilameddu", frammenti di due diversi esemplari di catillum, l'antica mola asinaria.