Tipologia: Nuraghe/Insediamento
Periodo/Età: Nuragico
Stato di Conservazione: Elevato
Accessibilità: Scarsa
Fruibilità: No
Condizione Giuridica/Proprietà: Privato
Altitudine: 730 m. s.l.m.
Bibliografia: A. TARAMELLI, Carte Archeologiche della Sardegna, Sardegna Archeologica –Reprints–, Delfino Editore, Sassari 1993, vol. 1, F. 195, IV N.O., p. 279, n. 6.
Il nuraghe, verosimilmente un monotorre a tholos, sorge a quota 725 m circa s.l.m., in posizione panoramica, al margine meridionale dell’ampio altopiano granitico di Pranu ‘e Cheddai, in corrispondenza del ciglione roccioso che domina da nord, con pareti ripidissime, quasi verticali, il profondo vallone percorso dal Riu dell’Annunziata. L’area circostante il monumento, interessata da frequenti affioramenti granitici, è caratterizzata da una fitta vegetazione spontanea costituita da giovani lecci e cespugli di cisto. La cartografia I.G.M. non segnala la presenza di sorgenti nelle immediate vicinanze; in apparenza la sola precaria risorsa idrica disponibile in antico sembra essere un impulvio localizzato 125 m circa ad ovest del sito nuragico.
Il nuraghe, a causa del grave stato di degrado delle strutture (con grandi accumuli di crollo che obliterano in parte o completamente l’opera muraria residua) e per la presenza del fitto manto vegetale, non è chiaramente individuabile e comprensibile per quanto concerne l’originaria articolazione planimetrica; al momento risultano apprezzabili un corpo edilizio a pianta apparentemente circolare e, a breve distanza da questo, una seconda struttura probabilmente circolare di dimensioni minori (forse una semplice capanna). Entrambe le strutture risultano edificate a ridosso di alte creste granitiche ed adattate alla natura irregolare ed accidentata dell’affioramento roccioso.
Il corpo edilizio principale presenta un diametro esterno, misurato allo svettamento, di m 8 circa, un diametro interno di m 3 circa ed uno spessore murario di m 2,30/2,40 circa. L’opera muraria residua a vista presenta in corrispondenza del settore Ovest (il solo apprezzabile nel paramento esterno) un elevato di altezza variabile sul livello di crollo da m 1,45 (per 3 filari) a m 0,15 (per 1 filare parzialmente affiorante). Altrove il muro perimetrale risulta leggibile nel solo filare di cresta essendo per il resto obliterato da notevoli masse di crollo. Il tessuto murario, nell’unico tratto apprezzabile, appare realizzato in conci di granito di dimensioni medio-grandi (ma talora di proporzioni davvero considerevoli), con facce a vista da poligonali a quasi rettangolari, distribuiti lungo filari relativamente regolari.
L’ingresso non è individuabile, né appare leggibile l’articolazione planimetrica interna del vano camera; quest’ultimo, totalmente ingombro di grandi conci di crollo (alt. residua a vista: da m 0,65, per 3 filari, a m 0,10 per 1 filare parzialmente affiorante), presenta apparentemente pianta circolare.
La struttura minore, localizzata 5 m circa ad Est del corpo edilizio principale, probabilmente a pianta circolare, è stata evidenziata parzialmente da scavi abusivi che ne hanno messo in luce un breve tratto del muro perimetrale in corrispondenza del settore Nord (lungh. m 3,50 circa; spessore murario m 1/1,25 circa; alt. a vista sul piano di crollo da m 0,75, per 3 filari, a m 1,25 per 4 filari). Nel terreno di risulta degli scassi clandestini si recuperano numerosi frammenti ceramici d’impasto per lo più pertinenti a tegami.
Nell’area che si distende a E/NE, N e NO del nuraghe, per l’estensione di poco più di un ettaro, al di sotto del fittissimo manto vegetale, l’affioramento di alcuni brevi brani murari curvilinei in corrispondenza di circoscritti cumuli di crollo o di evidenti scarti di quota del terreno, sembrano verosimilmente indiziare la presenza di un aggregato di capanne nuragiche a modulo circolare.
Il nuraghe, verosimilmente un monotorre a tholos, sorge a quota 725 m circa s.l.m., in posizione panoramica, al margine meridionale dell’ampio altopiano granitico di Pranu ‘e Cheddai, in corrispondenza del ciglione roccioso che domina da nord, con pareti ripidissime, quasi verticali, il profondo vallone percorso dal Riu dell’Annunziata. L’area circostante il monumento, interessata da frequenti affioramenti granitici, è caratterizzata da una fitta vegetazione spontanea costituita da giovani lecci e cespugli di cisto. La cartografia I.G.M. non segnala la presenza di sorgenti nelle immediate vicinanze; in apparenza la sola precaria risorsa idrica disponibile in antico sembra essere un impulvio localizzato 125 m circa ad ovest del sito nuragico.
Il nuraghe, a causa del grave stato di degrado delle strutture (con grandi accumuli di crollo che obliterano in parte o completamente l’opera muraria residua) e per la presenza del fitto manto vegetale, non è chiaramente individuabile e comprensibile per quanto concerne l’originaria articolazione planimetrica; al momento risultano apprezzabili un corpo edilizio a pianta apparentemente circolare e, a breve distanza da questo, una seconda struttura probabilmente circolare di dimensioni minori (forse una semplice capanna). Entrambe le strutture risultano edificate a ridosso di alte creste granitiche ed adattate alla natura irregolare ed accidentata dell’affioramento roccioso.
Il corpo edilizio principale presenta un diametro esterno, misurato allo svettamento, di m 8 circa, un diametro interno di m 3 circa ed uno spessore murario di m 2,30/2,40 circa. L’opera muraria residua a vista presenta in corrispondenza del settore Ovest (il solo apprezzabile nel paramento esterno) un elevato di altezza variabile sul livello di crollo da m 1,45 (per 3 filari) a m 0,15 (per 1 filare parzialmente affiorante). Altrove il muro perimetrale risulta leggibile nel solo filare di cresta essendo per il resto obliterato da notevoli masse di crollo. Il tessuto murario, nell’unico tratto apprezzabile, appare realizzato in conci di granito di dimensioni medio-grandi (ma talora di proporzioni davvero considerevoli), con facce a vista da poligonali a quasi rettangolari, distribuiti lungo filari relativamente regolari.
L’ingresso non è individuabile, né appare leggibile l’articolazione planimetrica interna del vano camera; quest’ultimo, totalmente ingombro di grandi conci di crollo (alt. residua a vista: da m 0,65, per 3 filari, a m 0,10 per 1 filare parzialmente affiorante), presenta apparentemente pianta circolare.
La struttura minore, localizzata 5 m circa ad Est del corpo edilizio principale, probabilmente a pianta circolare, è stata evidenziata parzialmente da scavi abusivi che ne hanno messo in luce un breve tratto del muro perimetrale in corrispondenza del settore Nord (lungh. m 3,50 circa; spessore murario m 1/1,25 circa; alt. a vista sul piano di crollo da m 0,75, per 3 filari, a m 1,25 per 4 filari). Nel terreno di risulta degli scassi clandestini si recuperano numerosi frammenti ceramici d’impasto per lo più pertinenti a tegami.
Nell’area che si distende a E/NE, N e NO del nuraghe, per l’estensione di poco più di un ettaro, al di sotto del fittissimo manto vegetale, l’affioramento di alcuni brevi brani murari curvilinei in corrispondenza di circoscritti cumuli di crollo o di evidenti scarti di quota del terreno, sembrano verosimilmente indiziare la presenza di un aggregato di capanne nuragiche a modulo circolare.